Un aspetto peculiare della provincia trentina, posta fra il mondo latino e quello tedesco, è dato dai numerosissimi castelli che, già messi a guardia dei punti viari maggiormente controllabili, assumono ora un più dimesso, seppur non meno apprezzabile, ruolo paesaggistico. Queste caratteristiche costruzioni, qualche volta ancor abitate e in gran parte restaurate, danno un tono particolare al paesaggio: a quello, in specie, della Val Lagarina, della Val d’Adige, delle Valli di Non e di Sole, delle Giudicarie e della Valsugana.
Alcuni sono diventati oggi suggestivi alberghi-ristoranti (per esempio i castelli Toblino e di Pergine) che rituffano l’ospite in una atmosfera di profondo romanticismo, di sapore fantastico.
Nel capoluogo si trova il Castello del Buonconsiglio, risultanza di varie costruzioni succedutesi in epoche diverse. In esso sono raccolte le memorie storiche e le espressioni artistiche più importanti della terra trentina. Sede dei principi vescovili fin dal 1255, è composto da diversi corpi di fabbrica, ognuno testimone di un’epoca e dei suoi protagonisti. Le sale di Castelvecchio, il nucleo più antico del complesso, e quello del Magno Palazzo, una delle più belle residenze medievali d’Italia, fanno da cornice a una ricca collezione d’arte
Nella Torre dell’Aquila si trova il suggestivo “Ciclo dei mesi”, affresco realizzato all'inizio del Quattrocento. Autore ne è il maestro Venceslao di Boemia e protagonisti i due ceti che si contrapponevano nella società feudale: il signorile e il contadino.
Si trova in uno dei luoghi più ameni non solo della Valle dei Laghi ma di tutto il Trentino. Esso deve la sua fama alla spettacolare posizione, arroccata su uno sperone a picco sul lago omonimo ed è ambientazione di numerose e affascinanti leggende che in quel parco e tra quelle mura hanno trovato terreno fertile. Da sempre è meta di artisti e poeti ispirati nella loro arte dalla magia che questo maniero sprigiona.
Castel Toblino
E' fra i più antichi esempi di evoluzione di castelliere (trova citazione a partire dall'anno Mille) protrattasi fino al dominio austriaco. La sua storia è legata ai principi vescovi di Trento che, secondo successive tipologie artistiche, lo trasformarono in elegante e sicuro maniero. Notevoli, in proposito, gli affreschi delle sale maggiori, opera forse del pittore Marcello Fogolino, già presente nella corte del principe Bernardo Clesio a Trento.
E’ uno tra i più vasti complessi fortificati del Nord Italia e occupa l´intera sommità dell´omonima collina calcarea, a controllo dell´incrocio della Valle d’Adige con quella che conduce a Folgaria.
Gli ampi spazi verdi, circondati dalla bianca pietra squadrata, costituiscono un affascinante palcoscenico per spettacoli culturali e artistici ospitati nel periodo estivo. Castel Beseno, assieme al suo baluardo Castel Pietra, furono protagonisti e testimoni di noti fatti d´arme: le guerre di partito con i Veronesi nel XII e XIII secolo e la battaglia del 1487 fra Trentini e Veneziani.
Si trova in Val di Non ed è un monumentale fabbricato civile-militare fra i più ben conservati del Trentino. Il palazzo baronale, slanciato in verticale, con tre torrette a cuspide gotica, si eleva al centro del sistema fortificato che, verso l'attuale ingresso, la Porta spagnola, è composto da ben cinque torri, dal ponte levatoio e da un profondo fossato.
Secondo molti studiosi sorgerebbe sul luogo di un primitivo castelliere, divenuto poi insediamento romano, data la sua posizione strategica lungo la via Claudia Augusta Altinate; in seguito si sarebbe trasformato in castello di origine longobarda. Il complesso, di proprietà privata (ospita un albergo e un ristorante), sorge su una collina che domina l’abitato di Pergine Valsugana, si divide in due cinte murarie l´una dentro l´altra: i medievali appostamenti di difesa (con il mastio e le torri) e i rinascimentali edifici residenziali con l´imponente pilastro a pianta ottagonale che sostiene un soffitto a volte. Un accenno meritano la "prigione della goccia" e la Camera del camino, nota per le fantasie popolari sull´apparizione di una misteriosa "dama bianca".
Sono decine e decine le sedi museali al chiuso e all’aperto sparse su tutto il territorio trentino. Ospitati in sedi prestigiose, i musei sono allestiti con i più moderni criteri e strumenti che aiutano nella visita e nella comprensione. Accanto ai "grandi musei" troviamo una miriade di piccole ma altrettanto significative istituzioni che propongono aspetti particolari del Trentino. Ogni comune, anche il più piccolo, custodisce tesori forse di non enorme valore artistico, ma di straordinario interesse storico e umano e la gente è orgogliosa di condividere con i visitatori la gioia di ammirarli e scoprirli.
Fondato nel 1968 a San Michele all’Adige dall’etnografo Giuseppe Sebesta, è tra i musei etnografici più importanti d’Europa. Nelle 43 sale, ospitate nell’ex monastero fortificato dagli Agostiniani nel XII secolo, sono racchiuse l’universo contadino e le tradizioni della gente trentina. Il percorso espositivo racconta il lavoro agricolo quotidiano, la pratica dell’allevamento e le lavorazioni artigianali. Sono inoltre illustrati gli elementi della cultura tradizionale come i costumi, le bande musicali, le maschere e la religiosità.
Ospitato nel settecentesco Palazzo Sardigna nel centro di Trento, ripercorre l’evoluzione geologica e la storia delle specie animali e vegetali del Trentino. Accanto alle collezioni permanenti, la sede centrale ospita nelle proprie sale anche interessanti esposizioni tematiche.
Tra le sue sezioni territoriali c’è anche il Museo Gianni Caproni che espone una collezione storica di aeroplani, alcuni dei quali sono pezzi unici al mondo.
Il Mart di Rovereto è un museo di arte moderna e contemporanea con un patrimonio di oltre 15.000 opere tra dipinti, disegni e sculture, di cui una parte rilevante è dedicato al Futurismo, con circa 3.000 opere dell’artista trentino Fortunato Depero. Queste ultime sono state donate dall’artista alla città di Rovereto e oggi affidate al museo, insieme alle opere di altri esponenti futuristi. Il '900 italiano è rappresentato con opere di particolare pregio di Massimo Campigli, Osvaldo Licini, Mario Sironi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Giorgio Moranti, Gino Severini, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Felice Castrati, Lucio Fontana e tanti altri artisti contemporanei.
Il Mart di Rovereto espone ogni anno a rotazione, al secondo piano, una selezione di opere dalle proprie collezioni e, da dicembre al maggio, una grande mostra su temi originali e innovativi.
Oltre al nuovo edificio di Rovereto, progettato dall’architetto Mario Botta e da Giulio Andreolli, il Mart ha anche una sede nel rinascimentale Palazzo delle Albere a Trento.
Mart – Rovereto
Ospitato al piano terreno delle scuderie del Rione Lodron-Bertelli di Caderzone (in Val Rendena), è un piccolo ma interessante museo monotematico sul lavoro svolto presso gli alpeggi sparsi sul territorio delle Giudicarie. Nei suggestivi spazi espositivi sono messi in mostra gli strumenti che il tempo e l'esperienza hanno perfezionato per la lavorazione del latte e dei suoi derivati. Solo due elementi materiali compongono dunque l'involucro che racchiude gli spazi del museo: la pietra di tonalite delle murature ed i pavimenti realizzati con la tecnica antica del "battuto e ribattuto" di calce idraulica mista a cemento e sabbia del fiume Sarca.