Le Dolomiti sono un tesoro che ricopre gran parte del Trentino. Elemento dominante nel paesaggio e nell’ambiente. Costruzioni della natura che affascinano per la loro imponente verticlalità, per i mutevoli colori e contrasti. Teatro di imprese alpinistiche entusiasmanti. Le Dolomiti devono il loro nome a Déodat de Dolomieu, lo studioso del Delfinato che nel 1789 per primo ne studiò la composizione chimica e scoprì la morfologia molto particolare di questa roccia nata dal mare, che un tempo ricopriva tutta la zona. Sono due gli imponenti gruppi montuosi che vigilano sul territorio trentino: a ovest le Dolomiti di Brenta, a est le più estese Dolomiti di Fassa, il Latemar e le Pale di San Martino.
Superata la fascia dei 1.800 metri di quota si entra in un mondo singolare. Comincia generalmente a questa altitudine l’ambiente più caratteristico delle Dolomiti: il bosco piano piano cede alla roccia e questa, nuda, tormentata, spettacolare, punta diritta al cielo; è il regno del grande silenzio. Solo qualche rifugio insellato talora non si sa come – presso una “bocchetta” o eretto nel mezzo di un piccolo anfiteatro costituisce un punto d’incontro e di appoggio degli escursionisti e, ancor più, degli alpinisti.
Queste strutture ricettive (rifugi alpini e rifugi escursionistici) d’alta montagna li troviamo nei gruppi dell’Adamello-Presanella, dell’Oltles-Cevedale, delle Dolomiti di Brenta, delle Pale di San Martino, del Lagorai, dei Monzoni, del Catinaccio e del Sella-Pordoi-Marmolada.
Una gita in montagna deve trovare annotazione sul taccuino di una vacanza in Trentino. E’ un’esperienza che va fatta e merita di essere vissuta: ne resterà un ricordo simpatico, emozionante, duraturo.
Indispensabili punti di riferimento per chi vive la montagna, i rifugi sono oasi efficienti e accoglienti, pronte a offrire un letto, un pasto caldo, un luogo di incontro e di socializzazione tra i tanti appassionati che condividono un’esperienza in quota. Sono anche importanti presidi di sicurezza e tutela del territorio. I rifugi alpini sono raggiungibili attraverso sentieri di montagna, quelli escursionistici consentono un approccio più agevole. In Trentino se ne contano 138.
Rifugio Brentei – Dolomiti di Brenta
Il moderno turismo è derivato proprio dall’alpinismo: sono state le costruzioni dolomitiche – uniche al Mondo – ad avvincere chi ha tentato la loro conquista, ma sono stati questi a richiamare quassù sempre più nutriti gruppi di appassionati della montagna, che poi si sono tanto infittiti da sollecitare la creazione di quei centri turistici che oggi godono incontrastata fama in tutto il mondo (basti ricordare Madonna di Campiglio e San Martino di Castrozza).
I primi intrepidi scalatori e meticolosi compilatori di appunti di viaggio furono gli inglesi. John Ball, fondatore e primo presidente dell'Alpine Club (1857) fu il primo uomo a spingersi ben oltre il mondo delle malghe: nel 1864 raggiunse per primo la Bocca di Brenta, l'alto passo che unisce il versante occidentale a quello orientale dell'omonimo Gruppo. Negli anni successivi, tanti altri milord-esploratori si avventurarono lungo le pareti dolomitiche del Brenta e le imponenti vette granitiche dell'Adamello e della Presanella. Tra i più famosi, oltre a Francis Fox Tuckett, troviamo Douglas W. Freshfield, conquistatore della Cima Brenta e della Presanella, oltre che instancabile esploratore dei Pirenei, dei deserti algerini, del Caucaso, del Ruwenzori, del Kangchenjunga. Il crescente numero di scalatori e turisti, spinse Giambattista Righi di Strembo a realizzare, intorno al 1870, il primo “Stabilimento alpino” a Campiglio, nel luogo dove sorgeva un antico e decaduto monastero. In pochi anni Madonna di Campiglio diventò un'aristocratica “Kurort”, amata da nobili e ricchi borghesi di mezza Europa.
Anche ai nostri giorni la terra trentina continua ad essere culla natale di importanti alpinisti che, dopo essersi cimentati nella conquista delle più importanti vette dolomitiche, hanno segnato la storia moderna dell’alpinismo mondiale. Come non ricordare Tita Piaz, Bruno Detassis, Clemente Maffei Guerèt, Cesare Maestri, Elio Orlandi, Fabio Stedile ed Ermanno Salvaterra, vero re della Patagonia, protagonista di avventure straordinarie, come la prima salita invernale del Cerro Torre, e di ben 25 spedizioni in quelle terre.
Sono quasi 200 le guide alpine operanti in Trentino, riuniste in 13 gruppi e scuole. Sono affidabili accompagnatori per chi vuole conoscere i segreti naturalistici, culturali ed etnografici degli ambienti alpini. Insieme a loro si possono organizzare camminate che durano uno o più giorni, scegliendo un tratto qualsiasi del grande circuito che attraversa le montagne del Trentini, oppure iscriversi ai corsi di avviamento all’alpinismo. Le guide sono presenti in ogni valle con un ufficio aperto al pubblico.
Torri del Vajolet (foto www.gapscanzo.it)