La piana che da Trento si spande in direzione nord ospita dapprima qualche industria e centro commerciale, lasciando poi posto alle attività agricole: alla coltura frutticola (meleti) e a quella ancor più estesa e pregevole della vite. E’ la zona classica del principe dei vini trentini, il “Teroldego” che le grandi vie di comunicazione – ferrovia del Brennero, autostrada e stata statale – dividono dal mosso fascione collinare che si sviluppa da Gardolo a San Michele all’Adige e che porta i vigneti del “Sorni”. Sul cono di deiezione che s’irradia proprio in corrispondenza di San Michele la coltivazione viticola trova la sua massima esaltazione essendo trattata con finalità didattiche. L’azienda fa parte dell’Istituto Agrario Provinciale (ospita l’istituto tecnico agrario con la sezione di enologia, l’istituto di ricerca e la cantina), che ha fama internazionale per una tradizione centenaria di serietà nell’insegnamento delle discipline agrarie e nel campo della ricerca in agricoltura.
Più a nord, in mezzo al bosco ceduo, si eleva Castel Monreale, solenne e solitario.
Al margine della Piana Rotaliana, sotto il Monte, si spande il borgo di Mezzocorona con il Castel Firmian mentre dalla rupe, nella quale sono inserite lo guardano malinconiche le poche rovine di Castel San Gottardo.
Verso il borgo di ponente è Mezzolombardo, la grossa borgata che ha basate le sue fortune sull’attività vitivinicola e sul commercio, come continua a fare tutt’oggi.
I due abitati di San Michele e di Grumo, sorti sulle rive dell’Adige come antico baluardo, allo scopo di vigilare l’importante via di comunicazione nord-sud, offrono tuttora testimonianze di antiche culture. L’artistica chiesa barocca e il monastero degli Agostiniani, sede di antica Prepositura, attorno al quale si arrocca il paese di San Michele, furono secolari attori e spettatori delle lunghe contese fra i Conti del Tirolo ed i Principi Vescovi di Trento.
Oggi, nel loro interno è ospitato il museo "Degli Usi e dei Costumi delle Genti Trentine", uno tra i musei etnografici più importanti d’Europa. Nelle 43 sale sono racchiuse l’universo contadino e le tradizioni della gente trentina. San Michele all’Adige è meta obbligata per gli amanti dell´arte e delle antiche tradizioni, del vino, ma soprattutto per chi assieme a queste vuole assaporare il gusto di una panoramica passeggiata fra i vigneti, o lungo il rilassante lento scorrere del fiume Adige.
L´antico paese sorge centrale nella grande conca di mezza costa ad un’altitudine di circa 600 m. Il panorama che si può godere è semplicemente da sogno: a fronte la Paganella e i monti di Mezzocorona; a fondale le Dolomiti di Brenta col Campanil Basso e Cima Tosa; in basso la Piana Rotaliana.
La collina che si percorre per raggiungere da S. Michele all’Adige il paesino di Faedo è ricamata da filari di vite ordinati e puliti dalla tenace laboriosità della sua gente; vecchi baiti si ergono insieme alle sacre edicole. Il paese è un’oasi di tranquillità ed è possibile immergersi nella pace e nell’aria pura della Pineta del paese. Sul dosso panoramico, domina imponente il Castello Monreale (le cui prime notizie scritte risalgono al XII secolo) con le sue antiche leggende romane, cimbre e longobarde, isolato tra i boschi, ai piedi delle nude pareti dei Brusadi.
L´austera e romantica chiesetta gotico-romanica di S. Agata, di età millenaria, accoglie il visitatore all’inizio del paese, dedalo di vie su cui si affacciano antichi portici ad avvolto.
Faedo (foto Daniele Donatini www.bandafaedo.it)
Il borgo ha origini antiche. Resti di insediamenti umani e necropoli si susseguono dal Mesolitico recente (6000-4500 a.C.) fino al tardo, antico e primo Medio Evo. Di particolare interesse i resti dei murari di una fattoria tardoromana, visitabili presso le Cantine MezzoCorona, ove sono raccolti anche reperti e testimonianze della lavorazione dell´uva, che confermano l’antichissima vocazione vitivinicola della zona.
Il "Monte" che la sovrasta imperioso è oggi mèta turistica, ideale per passeggiate ed escursioni in mountain bike. Sulla parete del "Monte", in posizione quasi inaccessibile, è situato Castel S. Gottardo, uno dei più suggestivi e rari esempi, a livello europeo, di costruzione medioevale all’interno di una "caverna", o sottoroccia.
Più sotto si erge maestoso il quattrocentesco Castel Firmian, dimora degli antichi dinasti che, nel Settecento, divenuti conti, portarono al massimo splendore anche un altro antico palazzo, situato nel cuore di Mezzocorona, ora sede municipale. Nel suo interno si possono ammirare pregevoli affreschi attribuiti al pittore tirolese Paul Troger.
Nei pressi del paese si trova l’importante Cantina Mezzacorona, un esempio di eccellenza produttiva, dotata delle più moderne tecnologie enologiche, e che raccoglie e vinifica, in purezza varietale, le uve prodotte dai 1.300 viticoltori soci.
Castel San Gottardo - Mezzocorona
Passeggiando tra i filari di Mezzolombardo, Goethe descrisse la Piana Rotaliana con la celebre frase: "Il più bel giardino vitato d´Europa". Un borgo adagiato ai piedi di un monte, guardato benevolmente dall’antica chiesa di San Pietro e da un castello, attraversato da un corso su cui si affacciano residenze signorili settecentesche e del primo Novecento, attorniato dal verde dei vigneti.
Mezzolombardo affonda le sue radici nella preistoria, a cui fecero seguito la dominazione romana, longobarda, franca, gli splendori del Principato Vescovile di Trento, l´Impero Austro-Ungarico. Tradizioni e cultura millenaria ne hanno fatto un centro dell´economia fiorente basata sulla coltivazione della vite; la leggenda vuole che il suo vino rosso, il Teroldego, fosse noto anche ad Ovidio.
Al confine tra la provincia di Trento e quella di Bolzano, è formato da case disposte lungo il conoide detritico del rio Favogna, che ha influenzato la morfologia del paese, nato nel XIV secolo con l'invio in zona di coloni tedeschi per dissodare i terreni ammantati di boschi. Oggi è un ridente centro vitivinicolo e frutticolo.
E’ un percorso pensato per accompagnare, mano nella mano il turista alla scoperta della Piana Rotaliana, della sua gente e dei suoi prodotti. Il principe della zona è il Teroldego Rotaliano Doc è un vino reso unico anche dalla tipologia del terreno alluvionale, dotato di un profumo delicato, fragrante, e un gusto secco, deciso, corposo e austero. I vigneti disegnano il paesaggio di quest’area, come le tante cantine che producono Teroldego e si ha l’impressione, nel percorrere questa Strada, di essere in un vero e proprio paradiso del vino. Un altro prodotto rappresentativo di questa terra è l’Asparago di Zambana, bianco, tenero, delicato, dal gusto inconfondibile. Altre produzioni tipiche sono lo spumante, la grappa, il Pinot Grigio e la mela Red Delicious. E’ una grande emozione avventurarsi tra le stradine e i paesi di questa piana per scoprire e degustare le tante produzioni tipiche.