Da Trento, dopo le Sarche e Comano Terme, proseguendo in direzione ovest, dopo aver superato la gola e il bacino idroelettrico di Ponte Pià e aver lasciato dietro qualche piccolo abitato, si arriva nello slargo dove trova insediamento Tione, la borgata principale delle Giudicarie. Facendo gomito e orientando il passo verso sud si è presto a Breguzzo e quindi a Bondo e a Roncone e a Lardaro (bivio per Val di Daone-Fumo, splendida valle che si attesta ai ghiacciai dell’Adamello e del Carè Alto). Ancora una serie di paesini e poi, nella pieve di Bono, c’è Creto. Dall’alto dominano la conca le sinistre rovine di Castel Romano. Continuando per la valle solcata dal Chiese s’incontrano Condino, Storo (famoso per la farina gialla da polenta), alla soglia della provincia di Brescia e presso il Lago d’Idro, Darzo e Ladrone. Anche in questi luoghi non mancano tracce del feudalismo medievale: il palazzo Bavaria, le rovine di castel Santa Barbara e castel San Giovanni.
La Val di Daone-Fumo è con i suoi 24 Km la più lunga valle laterale del Trentino non abitata permanentemente: un ambiente tipicamente alpino, che oltre alla direttrice principale presenta convalli selvagge, e vere e proprie wilderness. Dall’abitato di Lardaro, deviando a destra per Praso-Daone, si entra così in Val Daone. La strada asfaltata si inoltra per 17 km, attraversando Vermongoi, Limes, Pracul, Boazzo. Superato il lago artificiale di Malga Boazzo si entra in Val di Fumo e, seguendo la strada, si prosegue fino al lago artificiale di Malga Bissina, invaso artificiale realizzato nel 1958. Oltre il bacino l’ambiente alpestre riacquista la propria originalità, con le acque del Chiese che scorrono nel fondovalle, di tanto in tanto interrotte da suggestive cascate. Dominati dal profilo del Carè Alto e del Corno di Cavento, si sale dolcemente verso la Conca delle Levade, dove si erge la seraccata di Fumo, che continua nella Vedretta della Lobbia, a più di 3000 metri di quota.
Edificato sul dosso di Sant'Antonio che domina Pieve di Bono e tutta la Valle del Chiese, nel XIV secolo passò definitivamente ai conti Lodron che costruirono attorno alla rocca originaria i palazzi rinascimentali. Saccheggiato prima dai Corpi Franchi nel 1848 e poi dai garibaldini nel 1866, e bersagliato infine dalle opposte artiglierie nel 1915-18, il castello-residenza venne ridotto a un cumulo di possenti macerie. Da alcuni anni sono in corso lavori di restauro che hanno portato alla luce anche una grande quantità di manufatti, suppellettili e reperti che documentano il buon gusto e l'agiatezza delle famiglie di Castel Romano. Tra i detriti sono stati recuperati anche frammenti di intonaco affrescato che testimoniano la presenza di interi cicli pittorici attribuibili al XV secolo, di cui faceva parte anche l'affresco della battaglia che ornava le pareti di una sala del castello fino al 1913 e che è oggi conservato al Museo Diocesano di Trento.
Castel Romano
Palazzo Bavaria è invece una pregevole architettura rinascimentale che si trova nel centro storico del paese di Ladrone. Costruita nella prima metà del Cinquecento per iniziativa di Sebastiano Lodron, è stata ristrutturata nel 1575. E' articolata su un cortile interno ritmato su tre lati da un doppio loggiato. Il monumento funebre al primo piano ricorda l'arcivescovo di Salisburgo Paride e due fratelli Lodron del ramo bresciano di Concesio, che furono vescovi di Gurk in Carinzia.
Palazzo Bavaria (foto Giobe commons.wikimedia.org/wiki/User:Giobe)
Il Lago d’Idro è un grazioso lago di montagna (a 368 m sul livello del mare) di origine glaciale sito nella Provincia di Brescia ai confini con il Trentino.
La sua morfologia unisce il fascino della montagna a quello dello specchio lacustre. Grazie ai suoi venti costanti e all'assenza di grossi motoscafi è l'ideale per chi ama vela, skysurf e windsurf. Le sue acque sono inoltre la meta prediletta di numerosi pescatori e la gioia dei bagnanti per la loro gradevole temperatura e per il facile accesso alle spiagge naturali. Sui monti che lo costeggiano si pratica deltaplano, parapendio, canyoning. In corrispondenza dei lembi rivieraschi a moderato declivio sono collocati gli abitati di Idro, con le frazioni Crone e Belprato, di Anfo, di Ponte Caffaro e di Baitoni, tutti in provincia di Brescia.