La splendida valle, di modellamento fluvio-glaciale, corrisponde al corso medio dell’Avisio. Sulla sinistra orografica si allinea la catena del Lagorai coperta da una fitta selva nera che termina in alto con i maestosi, secolari cirmi; sulla destra la fronteggia il sottogruppo del Latemar con il Corno Nero, la Pala di Santa e il Monte Agnello.
Attraverso la Val di Cembra oppure per il Passo di San Lugano è collegata con la Val d’Adige; per il Passo di Lavazè comunica con la Val d’Isarco; per il Passo Rolle ha rapporto con il Veneto. La taglia la statale delle Dolomiti che prosegue nella Val di Fassa.
Amministrativamente va dalla confluenza del rio Cadino con l’Avisio al torrente Morena subito sopra Moena. In passato quest’ultimo corso d’acqua ha segnato anche il confine fra le diocesi di Trento e Bressanone. Purtuttavia, per omogeneità di richiami fra il territorio modenese e la contigua Fassa, ai fini turistici è prevalsa la consuetudine di agganciare appunto Moena a quest’ultima valle.
E’ la valle dei “boschi comunitari”: del feudo di Cadino, del feudo di Predazzo e della Magnifica Comunità di Fiemme. Antica istituzione, questa, di sommo interesse giuridico-storico (una piccola repubblica, per dirla in breve, ancorché legata da una certa dipendenza al principato vescovile di Trento) e che resiste tutt’oggi, sia pure con limitate facoltà che press’a poco si esauriscono nell’amministrazione di un patrimonio fondiario.
Sotto il profilo geologico, merita una particolare menzione l’area alle spalle di Predazzo: tale zona è celebre in tutto il mondo per la singolare conformazione geologica del suolo e per i minerali che si sono formai al contatto dei calcari con un vulcano terziario, . Un marmo bianco del luogo deriva la sua denominazione di “predazzite” proprio dal toponimo fiemmese.
L’economia della Valle di Fiemme si basa sulle attività turistiche, sia estive che invernali, sulla selvicoltura, sulle attività connesse con la lavorazione e la trasformazione del legno, sull’allevamento del bestiame e la produzione casearia.
Il primo Comune della Valle è Castello-Molina, composto da due frazioni principali distanti circa 2 km l´una dall´altra: Castello (m. 981e Molina (m. 853).
Pochi chilometri più avanti, Cavalese, capoluogo di valle e vivace località turistica. Al centro della vallata, Tesero, Panchià e Ziano. Al bivio della strada delle Dolomiti e di quella del Passo Rolle è Predazzo con, a cinque chilometri appunto sulla direttrice del Rolle, l’incantevole frazione di Bellamente e, più avanti, quella di Paneveggio, sepolta in mezzo alla Foresta. Al limitare della Val di Fiemme con quella di Fassa sta invece il grosso centro di Moena con la pertinenza del Passo di San Pellegrino, ampia palestra di sci nello sfondo dei Monzoni.
Nonostante il notevole sviluppo turistico, in Val di Fiemme la tradizione edilizia trova ancora un certo rispetto. In ordine ai materiali, l’impiego della pietra va di pari passo con quello del legno, com’è logico in un mondo dove la roccia coesiste con le foreste di pregiate essenze legnose: in relazione alla tipologia le costruzioni hanno copertura a due falde, ballatoi e sovrastrutture in leno, il grande forno che sporge con tutta la sua gibbosità dal muro perimetrale Difficilmente manca i facciata l’affresco a soggetto sacro, attestazione i una religiosità profondamente radicata.
In basso, la muratura prevale sul legno, ma di mano in mano che si guadagna quota le posizioni s’invertono, le falde si allungano e le coperture si fanno di scandole (tavolette in legno di larice tagliate manualmente).
I più significativi esempi di questa edilizia si hanno a Castello, a Cavalese (prototipo fastoso e illustre è il Palazzo della Magnifica Comunità), a Tesero, a Predazzo. Se ne ritrovano però anche negli altri villaggi di queste costruzioni fra il signorile e il rurale e dappertutto si rileva una dovizia di motivi architettonici e ornamentali.
Il regno delle baite – nelle quali è sovrano il legno – è a Bellamonte, nella valle del Travignolo. In mezzo ai prati opulenti e morbidamente ondulati, nello scenario del Lagorai e delle Pale di San Martino sono sparsi i grossi “tabià” costruiti a blocco ligneo con una modesta appendice in muratura: il primo è riservato al fienile, la seconda alla cucina degli alpeggianti. Sono costruzioni deliziose, di sapore squisitamente bucolico, che fanno rivivere i tempi sereni della fienagione e che danno al paesaggio un tocco di calda gentilezza.
Dire che le chiese reclamerebbero un capitolo a parte risulta ovvio, come sempre allorché ci si riferisce al mondo alpino in genere e trenino in specie.
Del tutto assente nel territorio fiemmese, come del resto in quello fassano, è il castello, poiché all’epoca medievale le ingerenze dei feudatari non andarono al di là di Castello. L’unico esemplare è stato smantellato fin dall’inizio del 1300 e sull’area è stata eretta, poco più di un secolo fa, la parrocchiale di Castello.
Baite a Bellamonte (foto Gionata_IT http://community.webshots.com/user/gionata_IT/profile)
Occupa un terrazzo fluvio-glaciale in leggera pendenza ed è il centro più importante dell’intera vallata. Importante località di villeggiatura, dispone di una ricca dotazione di hotel, ristoranti, discoteche e impianti sportivi, come lo stadio del ghiaccio coperto, il palazzetto dello sport, il campo sportivo, i campi da tennis, bocce, minigolf. All’ospite invernale offre innumerevoli occasioni di fare sport: dagli impianti di risalita nell'area sciistica dell' Alpe Cermìs, alla pratica dello sci di fondo nel fondovalle e al Passo Lavazè, senza tralasciare gli incantevoli panorami che si possono ammirare seguendo diversi itinerari con le racchette da neve ai piedi.
Questo suggestivo palazzo di origine medievale, si trova nel centro di Cavalese ed è sede della Magnifica Comunità di Fiemme. Dalle linee architettoniche superbe, venne trasformato dai principi vescovi di Trenti in residenza nobile estiva durante il Rinascimento. Largo e superbo nelle linee architettoniche, nelle decorazioni e negli stemmi, ospita al secondo piano il Museo Pinacoteca.
Occupa, a lato della sala del consesso, le antiche camere dell’appartamento vescovile: sale decorate da pregevoli fregi affrescati e da soffitti lignei. Il Museo si apre con i documenti più importanti della Comunità di Fiemme, originali e copie antiche dei primi statuti o regolamenti, esposti accanto a documenti minori di vita familiare e ad attrezzi di un tempo. Sono esposte numerose opere della Scuola Pittorica di Fiemme, unica scuola pittorica trentina. Presso il museo è conservata la pergamena nota come il "Privilegio Enriciano", con la quale il principe vescovo Enrico III confermava i diritti e l’autonomia alla Comunità. Sulla facciata affrescata del Palazzo è ben visibile lo stemma della comunità - sei fasce bianche sormontate da una croce - concesso nel 1588 dal vescovo Lodovico Madruzzo.
La Valle di Fiemme è nota per essere la patria dello sci da fondo in Italia. 150 chilometri di piste localizzate nei Centri del fondo di Passo Lavazé e di Lago di Tesero e negli anelli di Bellamonte e dei paesi dislocati nel fondovalle con raccordo alla pista della Marcialonga. Il Centro Fondo Lago di Tesero offre quasi 20 km di piste attrezzate con impianto di innevamento programmato e illuminazione artificiale. Ha ospitato due edizioni dei Mondiali si sci (1991 e 2003) e si appresta ad ospitarne nel 2013 la terza edizione.
Vicino a Predazzo, in località Stalimen, si trova il Centro del Salto, dotato di 5 trampolini per il salto: tre trampolini per ragazzi e due trampolini olimpionici (dim. 120 e 90 m). La pista di lancio e la zona di atterraggio possono essere innevate artificialmente e, grazie al rivestimento in ceramica, possono essere disputate competizioni e stage di allenamento anche nel corso dell'estate. Un'ampia tribuna naturale permette di accogliere più di 15 mila spettatori.
Ma Val di Fiemme vuol dire soprattutto Marcialonga, la più importante gran fondo che si disputa in Europa, dopo la svedese Vasaloppet. Ogni anno, l’ultima domenica di gennaio, più di 5.000 fondisti provenienti da tutto il Mondo si sfidano lungo il percorso di 70 km che si snoda lungo le valli di Fiemme e Fassa. La prima edizione, nel 1971, fu vinta da da Ulrico Kostner davanti a Franco Nones, vincitore alle Olimpiadi Invernali di Grenoble nel 1968.
Centro Fondo Lago di Tesero (foto www.valdifiemme.it)