La vallata è molto estesa verso la sua testata, si rastrema sotto Levico e continua a scendere in un susseguirsi di slarghi quasi sempre espansi sulla sinistra orografica. Dalla destra calano, pressoché interrotte, le ripide pendici degli altipiani di Lavarone, delle Vezzene e d’Asiago. Fra Ospedaletto e Grigno la valle perde respiro si fa corridoio fino a quando – in vista di Bassano del Grappa – sfuma nella grande dimensione orizzontale della pianura.
Gli insediamenti umani vanno di pari passo con l’economia: un’economia piuttosto eterogenea e faticata. Quello che ha portato ossigeno è stato senza dubbio il turismo, incentivato inizialmente e proficuamente nel triangolo idrotermale di Levico – Vetriolo – Roncegno, in dipendenza di una disponibilità di acque di alto valore terapeutico e per la possibilità di notevoli diversivi che la zona offre. Poi via via hanno trovato la strada del turismo i paesi che si spandono attorno ai laghi e quelli che stanno sui contrafforti della catena del Lagorai e, soprattutto, presidiano gli altipiani che alla Valsugana fanno corona.
Nel catino dell’estremità settentrionale, oltre alle stazioni termali, sta Pergine, il capoluogo dell’alta Valsugana posto all’imbocco dell’originale Valle dei Mocheni (o valle del Ferina), occlusa dal colle del Tegazzo sul quale troneggia il possente castello. Davanti ha il lago di Caldonazzo che un setto collinare divide dal lago di Levico. In sponda al bacino lacustre è lievitata una attività turistica che ha puntato soprattutto sulla velica, sulla pesca, sul noto, sul clima, sulla vicinanza degli stabilimenti termali, sulle possibilità di passeggiate ed escursioni, sulla disponibilità di mezzi di comunicazione, sulla prossimità della zona al capoluogo provinciale.
Più giù, lungo il Brenta, una antica tradizione artigianale basata sul rame battuto e sul legno, è stata affiancata da attività commerciali e industriali, specie nell’area di Borgo e Ospedaletto.
L’importanza che la Valsugana ha sempre avuto in fatto di comunicazioni è attestata dai castelli posti a guardia della strada di fondovalle: sono ben conservati e abitati quelli di Ivano e Telvana, oltre al nominato di Pergine, mentre meno il Castellalto, il Castello di San Pietro, il Selva. Senza contare le torri isolate che contribuivano al controllo dei traffici: di quelli militari in specie.
Castello di Pergine
Sulle ultime pendici del Monte Fronte che vanno a smorzarsi nel lago e nella piana che gli sta a mezzodì si distende Levico, mentre su in alto, inserito nella selva, è Vetriolo. Roncegno si trova invece in disparte alla strada della Valsugana, tra Levico e Borgo.
Sono questi i tre capisaldi del turismo valsuganoto, che richiamano da oltre un secolo le attenzioni di studiosi e di persone alla ricerca di rimedi ai propri malanni.
La bontà del clima asciutto di mezzamontagna, l’assenza di ventosità, la favorevole esposizione hanno consentito la creazione di ragguardevoli parchi e con essi la costituzione dell’ambiente ideale per chi segue la cura, cerca la tranquillità , nel contempo, un luogo con caratteristiche montane pur ad una altitudine che non va tanto in là dei 500 metri. Tutto questo almeno per Levico e per Roncegno. A Vetriolo si è a 1500 metri: tutto intorno è un gran verde naturale, al quale, nella stagione fredda, subentra l’intenso bianco della neve. E’ l’epoca allora dello sci che viene praticato sulle piste della Panarotta, usufruendo degli impianti da sci.
Le acque sono classificate fra le arsenicati-ferruginose (come l’acqua delle terme di Sant’Orsola nella finitima Valle dei Mocheni) e trova impiego in maniere diverse e per fatti diversi.
Le cure iniziano con le “acque deboli” che provengono dalla “Grotta dell’Ocra” e si concludono con le “acque forti” che sgorgano dalla “Grotta del Vetriolo”. Imbottigliata come acqua da tavola è la oligominerale che deriva dalla Fonte Cappuccio di Vetriolo.
Nelle virtù curative delle acque hanno creduto nei secoli andati le popolazioni locali, tanto che ne parlava già il Mariani all’epoca del Concilio Tridentino. Ma uno sfruttamento su basi industriali e su fondamenti clinici è iniziato a finire dell’Ottocento. Sorsero così impianti e attrezzature, mentre la fama si dilatava e si faceva insistente: alle cure salutari di queste fonti si rivolse l’alta nobiltà mitteleuropea e financo ospiti provenienti dall’Africa e dall’Asia. I nomi illustri dei clinici De Giovanni, Mangiagalli, Bertarelli e di altri ancora danno garanzia e i risultati danno conferma della validità della terapia. Le indicazioni specifiche sono per le malattie del sangue, della tiroide, ginecologiche, nervose, osteoarticolari, della pelle, di natura otorinolaringoiatria, per la piorrea alveolare.
Caldonazzo è un vero paradiso per gli amanti degli sport d’acqua. Grazie alla notevole estensione e alla calma delle sue acque, protette dalle correnti e dal vento, è adatto per praticare canoa, ma anche nuoto, vela, canottaggio, sci nautico e dragon boat. Qui ci si può anche dilettare nella pesca o rilassarsi passeggiando immersi nel verde. I particolari ambienti naturali intorno al lago sono lo scenario ideale pure per attività sportive più stimolanti: dall’equitazione alla mountain bike.
Circondato da una rigogliosa vegetazione che regala alle sue acque un intenso colore smeraldo, il Lago di Levico è l’ideale per chi cerca una vacanza a misura di famiglia e all’insegna del relax: ci si può crogiolare al sole distesi sulle spiagge o nuotare in acque che in estate mantengono una temperatura media di 23 gradi. O ancora divertirsi partecipando alle numerose iniziative a misura di grandi e piccini.
Laghi di Levico e Caldonazzo (foto www.biellamtbsport.com)
Questo importante centro della Valsugana offre il più rimarchevole paesaggio fluviale urbanizzato in Trentino. Sovrastato dall'imponente Castel Telvana, il paese è attraversato dal fiume Brenta che ha contribuito a conferirgli una deliziosa impronta veneta. A pochi chilometri da Borgo, nella splendida Val di Sella, si snoda il percorso ArteNatura, un sentiero che porta alla scoperta di Arte Sella, biennale internazionale di opere d'arte create in natura con la natura. Il centro storico è arricchito da bel Corso Ausugum, ricco di botteghe e portali barocchi, dalle chiese di Sant'Anna, San Francesco e San Rocco, da Castel Telvana, dal ponte veneziano sul fiume Brenta, da Palazzo Ceschi, dalla sala Degasperi, dal museo della Grande Guerra, dallo Spazio Klien e dalla fucina Tognolli.