Anche per quanto riguarda l’enogastronomia, il Trentino dispone di un’offerta molto eterogenea, grazie al clima che va da quello mediterraneo del Garda a quello tipicamente alpino delle valli più interne. Ampie distese di vigneti, da cui si ottengono vini rossi e bianchi di grande qualità come il Marzemino (elogiato da Mozart nel Don Giovanni), il Teroldego (“Tiroler Gold”, Oro del Tirolo), il Nosiola, il Vino Santo, l’eccelso Spumante Trento Doc ma anche le vinacce per l’antica arte della distillazione (basti pensare alle tante distillerie concentrate nel minuscolo paese di Santa Massenza nella Valle dei Laghi), lasciano il posto ai pascoli in quota, agli alpeggi e alle erbe montane che segnano con le loro inconfondibili fragranze latte e formaggi che si affiancano all’antica produzione di insaccati (come il Salame all’aglio della Val Rendena, la Luganega trentina, le Ciuìghe di San Lorenzo in Banale, la Mortadella della Val di Non). Aree montane vocate alla produzione delle mele, degli ortaggi e dei piccoli frutti si specchiano, infine, nelle acque limpide di laghi e torrenti in cui si moltiplicano trote e salmerini. Una terra unica che l’uomo rispetta e lavora seguendo tutt’oggi gli insegnamenti della tradizione.
Il Trentino produce quasi il 40% dello spumante italiano. E non è solo una questione di quantità: le ampie distese di uva Chardonnay offrono uma materia prima di eccezionale qualità per lo Spumante Trento Doc metodo classico, che con alcune etichette (Ferrari, Cesarini Sforza, Rotari e tante altre) sta alla pari dei blasonati champagne francesi. Il processo con cui si ricavano le bollicine trentine è complesso e rigoroso: dalla selezione delle uve maturate in condizioni ottimali fino alla delicata fase dell’aggiunta della liqueur d’expedition. Solo così si ottiene un prodotto unico, con un profumo delicato ed elegante, che suggerisce note fruttate ed eleganti e un gusto secco, moderatamente vivace, assolutamente fine ed armonico.
Un modo nuovo e unico per scoprire le molteplici peculiarità del territorio trentino sono le Strade del vino e dei sapori, sette percorsi affascinanti segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli e mappe territoriali, entro territori ad alta vocazione vitivinicola e/o rurale, caratterizzati dalla presenza di vigneti e cantine, da coltivazioni, da produzioni e lavorazioni agroalimentari tipiche, oltreché da attrattive naturalistiche, culturali e storiche particolarmente significative ai fini di un'offerta enoturistica integrata (Vallagarina, Dal Garda alle Dolomiti, Colline Avisiane, Faedo e Valle di Cembra, Piana Rotaliana, Trento Città del Concilio, Valle di Non e di Sole, Formaggi delle Dolomiti). Quella più suggestiva, collega il Garda Trentino alle Dolomiti di Brenta. In poco più di trenta chilometri si passa da un ambiente mediterraneo, costellato di viti e ulivi, ai climi alpini e alle vette ghiacciate. Una varietà incredibile che si esprime nelle bellezze naturali tutelate dal Parco Naturale Adamello-Brenta ma anche in prodotti unici come il pregiatissimo Olio extravergine di Oliva del Garda Dop, l’esclusiva Spressa delle Giudicarie Dop, il Vino Santo, un passito ricavato dall’uva autoctona Nosiola lasciata appassire e spremuta durante la settimana Santa, e infine la Ciuìga, tradizionale insaccato a base di carne di maiale e rape del Banale.
Vigneti in Vallagarina (foto www.stradedelvinotrentino.it Florio Badocchi)
La Spressa delle Giudicarie DOP è un formaggio semimagro da tavola, a pasta semidura e fermentazione naturale. La zona di produzione si trova nelle Valli Giudicarie, soprattutto Val Rendena, e Val di Ledro. E’ un formaggio semimagro da tavola, che può essere consumato già dopo tre mesi dalla produzione nella versione giovane e dopo sei nella versione stagionato. Il sapore è netto, intenso e dolce, più deciso nella versione stagionata. Le forme sono cilindriche (diametro 35 cm) e hanno un peso medio variabile dagli 8 ai 10 chili.
Spressa delle Giudicarie
Un menu’ a base di Spressa delle Giudicarie Dop >>>